Malware criptovalute crescono i dispositivi infetti

Malware per criptovalute cresce il numero di dispositivi infetti

Malware per criptovalute cresce il numero di dispositivi infetti

Molti potrebbero considerarlo come uno degli effetti collaterali

del boom che Bitcoin e le altcoin negli ultimi sei mesi del 2022.

Per gli analisti di Symantec che hanno studiato e analizzato

a fondo la questione, è la tempesta perfetta che rischia di “riscrivere”

le regole d’ingaggio nel campo della sicurezza informatica.

 

Tuttavia, Quasi in contemporanea con la crescita del valore Bitcoin e delle altre

criptovalute hanno fatto la loro comparsa malware e script che consentono ad hacker

(ma anche a “normali” gestori di siti web) di sfruttare la potenza di calcolo di processori

e GPU dei loro utenti per mining di criptovalute.

 

Inoltre, PirateBay, portale di condivisione di file Torrent, è stato tra i primi a utilizzare

questa tattica, ma non è di certo l’unico con script e servizi come Coinhive o Crypto-loot

molti webmaster (e hacker) hanno deciso di monetizzare le visite dei loro portali

scommettendo sulle criptovalute.

Malware criptovalute crescono i dispositivi infetti

Fonte
Malware per criptovalute cresce il numero di dispositivi infetti

Conveniente e remunerativo

In altre parole, Malware e script per creare criptovalute non sono di certo una novità in

senso assoluto I primi hanno fatto la loro comparsa già nella prima metà di questo

decennio, in concomitanza con il primo boom dei Bitcoin.

 

Da un lato la facilità con cui spesso è possibile “bucare” un sito web e inserire del

codice malevolo che sfrutta la potenza di calcolo dei visitatori 

dall’altro la prospettiva di una monetizzazione istantanea delle loro “fatiche” e la possibilità

di un ottimo investimento a “lungo termine”

 

Non solo siti web

Come fanno notare altri ricercatori di sicurezza informatica, però, il fenomeno dei malware

delle criptovalute non riguarda solo il web.

 

malware Android che, travestiti da app “legittime” presenti sul Google Play Store

trasforma gli smartphone di centinaia di migliaia di utenti in piccoli minatori di criptovalute.

Ma i malware possono “travestirsi” anche da immagine, da estensione Chrome o da

messaggio con link che viaggia attraverso Facebook Messenger.

 

Come difendersi dal malware delle criptovalute

In conclusione, Per evitare che un portale web costringa il nostro computer a minare si può

installare  l’estensione NoCoin, che blocca l’esecuzione degli script come Coinhive o simili.

 

Sempre più spesso, gli antivirus integrano degli strumenti ad hoc per rilevare attività

anomale del processore (o della scheda video) ed entrare così in funzione per bloccare

il malware prima che possa provocare troppi danni.

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